Che cosa portiamo dell’umanità nel futuro?

(di Andrea Colamedici)

Quando, tra vent’anni, dovremo spiegare ai nostri figli e nipoti come fu possibile per una nazione intera usare i corpi malati, torturati e sfibrati di centocinquanta persone a bordo di una nave davanti a casa per i nostri interessi ci vergogneremo molto. Ricorderemo forse l’idea di farci rispettare in Europa, i milioni di poveri italiani a cui era stato fornito un nemico più debole, la sensazione di essere invasi da migranti, anche se i dati mostravano il contrario.
Ma non sapremo dire cosa ci permetteva in quei giorni di sentirci in pace con la coscienza, mettendo così brutalmente noi stessi prima degli altri. Non ci basteranno le giustificazioni: non sapremo spiegare come potevamo dire a una persona che scappava dalla guerra, dalla povertà, dalle torture….

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….. Qui è in gioco quello che vogliamo portare dell’umanità nel futuro e quello che vogliamo mettere a repentaglio. E stavolta potrebbe essere per sempre. Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti, cantava De André. ….

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